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SALUTE: le cosiddette “evidenze sperimentali”


Nel campo della salute, le cosiddette "evidenze sperimentali", come oggi vengono declinate, non sono più adeguate. Infatti, la scienza moderna ha bisogno di "misurare" e, oltretutto, di misurare secondo certi criteri di lettura che, per quanto condivisi internazionalmente, sono arbitrari. Questo suggerisce che la scienza dovrà piegarsi all'entrata della "filosofia" fra i suoi ranghi in maniera sempre più massiccia, ridefinendo nuovi paradigmi. Ma lo si potrà fare solo in una società più evoluta e civile di quella attuale, perché se la misura pseudo-oggettiva perde di importanza a favore della soggettivissima filosofia la palla passa evidentemente in mano ai fruitori, nel nostro caso i cercatori di salute e benessere, che dovranno essere perciò bravi a fare a meno dell'oggettività per perdersi (e guarire?) fra le distese infinite della soggettività. E questo è ancora più difficile quando si parla di salute perché le distese infinite in questo caso destano paure e preoccupazioni figlie della psicodinamica "angoscia di morte".

Angoscia di morte con la quale taluni realizzano enormi profitti, erigono fabbriche del consenso, irreggimentano eserciti di camici bianchi, sopprimono miliardi di sintomi lasciando miliardi di malattie a gridare la loro voglia di guarigione vera, profonda, rivoluzionaria.


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